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  • Immagine del redattoreFiammetta Biancatelli

Viaggio intorno alla mia camera di Giacinta Cavagna

Aggiornamento: 6 lug 2020

Cronache di una quarantena. Day 10. Gesti di libertà all’entrata della metro

Sono pronta a varcare quella soglia. Lo so che non si può, ma io voglio tornare alla mia vita, alla mia quotidianità.

Oggi sono stufa. Osservo il portone e sogno. Sogno di percorrere via Saffi e svoltare in via Boccaccio, e camminare a passo spedito fino a piazza Conciliazione, all’entrata della metropolitana. Alzo gli occhi e osservo la monumentale scultura in ferro che si impone al centro della piazza. Per qualcuno è un cigno, per qualcuno è una zeta, per qualcuno un fulmine che cadendo al suolo si infrange; per gli storici dell’arte è un’opera scultorea e architettonica di un grande artista milanese del XX secolo, Carlo Ramous.


Il percorso artistico dello scultore è lungo: parte dall’Accademia di Brera, dove segue le lezioni di Marino Marini a Brera, attraversa l’Informale e giunge alla scultura monumentale. I suoi lavori urbani hanno un forte impatto e, come un segno, diventano un punto di riferimento nel tessuto cittadino. Così accade anche qui, in questa anonima piazza che ottiene una forte caratterizzazione da questo gesto… e proprio “Gesto per la libertà” è il titolo dell’opera e oggi mi sembra quanto mai azzeccato.


Io sono pronta per la libertà!!! Voglio prendere la metro, solo qualche fermata… per prendere il respiro, per sentirmi libera. Poi torno a casa, giuro.


Desisto, dopotutto sono sempre stata ligia alle regole e allora proseguo e cammino, rientro nei 200 metri imposti dal Decreto. Faccio pochi passi e trovo subito una nuova scusa per perdermi nei miei racconti: sulla facciata di via Toti 2, i motivi vegetali e i putti che reggono il balcone convivono con le linee simmetriche e grafiche della Secessione viennese.


La storia di questo palazzo infatti unisce suggestioni liberty e atmosfere mitteleuropee. È infatti di origine austriache sia l’architetto Ugo Gattermayer, sia il committente: un principe la cui identità è avvolta nel mistero. Secondo la leggenda, si era innamorato follemente di una giovane fanciulla e per lei costruisce la casa. Ecco giustificata l’atmosfera austriaca del cortile, nascosto dietro alla facciata, e il luminoso bow-window dai profili in legno scuro. Un’elegante pensilina in ferro battuto serviva per proteggere dalla pioggia lo stalliere, mentre era impegnato ad attaccare i cavalli alle carrozze.


Oggi l’appartamento padronale, dove per pochi anni ha vissuto l’affascinante principe con la sua amata (secondo la leggenda il principe morì in battaglia nel 1914 durante la prima guerra mondiale) è sede di eventi, congressi ed esposizione con il nome di Residenza Vignale.

 

Giacinta Cavagna: Storica dell'arte, dal 2010 cura visite guidate alla scoperta della città di Milano e dei suoi capolavori, attraverso itinerari inconsueti.

Guida curiosa ai luoghi insoliti di Milano è il suo ultimo libro. Potete acquistarlo qui.

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