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  • Immagine del redattoreFiammetta Biancatelli

Viaggio intorno alla mia camera di Giacinta Cavagna

Aggiornamento: 6 lug 2020

Cronache di una quarantena. Day 3. A braccetto con Cebion e Amuchina, di farmacia in farmacia

Cronache di una quarantena: a braccetto con Cebion e Amuchina, un giro in farm

Un giro in farmacia ha in questi giorni il sapore del proibito. Mascherine, guanti in lattice, amuchina: non possiamo desiderare altro…

Le mascherine in questi giorni le sogniamo davvero, scomparse dal mercato; l’amuchina abbiamo imparato a farla in casa: due terzi di sapone liquido e un terzo di alcol. Le mani chiedono pietà, secche e disidratate, ma sono sicuramente igienizzate!

E poi c’è il cebion.

Qualche giorno fa sui social network circolavano messaggi in cui si consigliava di assumere vitamina C in ogni forma, adducendone proprietà anti-Coronavirus. E allora spremute d’arancia e caramelline di cebion a tutta la famiglia, a più non posso, senza lesinare. Saranno pure fake news, ma perché non fare scorte di Cebion per le prossime settimane? Dopotutto non scadono velocemente, e male non fa….

E allora di corsa a fare scorte: l’uscita per andare in farmacia è concessa dal decreto e se poi è anche la scusa per ripercorrere un racconto legato alla mia città è per me un’occasione da non perdere.


Uscita dal portone di casa, ho due possibilità: a meno di 200 metri ci sono due farmacie, entrambe aperte h24 ed entrambe cariche di storia.

Da una parte, all’incrocio tra corso Magenta e piazzale Baracca, c’è la Farmacia Santa Teresa, aperta nel 1905, al primo terreno di Casa Laugier. I Laugier sono i proprietari, una famiglia di origini valdostane giunti a Milano a inizio secolo.


In città sta dilagando lo stile art nouveau e il loro edificio si allinea alla moda imperante: putrelle in acciaio, marsigliesi e mattoni forati convivono con ferri battuti, bow windows e ceramiche. Mille volte avrò osservato la splendida facciata, ma ogni volta noto qualche nuovo dettaglio, che mi rapisce: ora gli angoli arrotondati, ora i balconi in ferro battuto, tutti firmati dal grande maestro Alessandro Mazzuccotelli, che sono sempre meno profondi ed elaborati salendo di piano in piano, ora i fregi decorativi con motivi floreali che danno un tocco di colore, ora i mascheroni in cemento decorativo.


Aperta la porta della storica bottega, vengo travolta da un’atmosfera d’altri tempi, autentica e maestosa: medicine e prodotti sono sistemati in armadi in legno decorati con foglie stilizzate e linee sinuose.


E se tra gli scaffali della storica farmacia il Cebion fosse esaurito, non ci allarmiamo. Non lontano c’è la Farmacia Bracco, dove il Cebion è di casa, nel vero senso del termine. È infatti con i Bracco che ha fatto il suo debutto in Italia nel 1934.


Elio Bracco inizia la sua avventura nel 1927, quando fonda una azienda che si occupa di fabbricazione, confezione e compravendita dei prodotti chimici di una ditta tedesca. Gli stabilimenti sorgono in via Renato Fucini: un edificio a forma pentagonale che ispirerà il logo del gruppo che ancora oggi riconosciamo su pacchetti e medicinali. Da allora l'azienda cresce e non si piega alla crisi della guerra e nel gennaio 1946 apre il suo punto vendita, pronto a entrare nella Storia: la Farmacia Bracco, in via Boccaccio 26.

 

Giacinta Cavagna: Storica dell'arte, dal 2010 cura visite guidate alla scoperta della città di Milano e dei suoi capolavori, attraverso itinerari inconsueti.

Guida curiosa ai luoghi insoliti di Milano è il suo ultimo libro. Potete acquistarlo qui.

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