Cronache di una quarantena. Day 2. Spensieratezza tra i giochi di Tofy Toys
“Appena usciamo di qui, se fate le brave, andiamo da Tofy Toys e prendiamo un bel regalo”. Mi è capitato di dire anche questo in questi giorni di quarantena.
E senza fissare un budget!!!!
Per le mie tasche, da storica dell’arte già poco piene, potrebbe essere un duro colpo. Ma tanto è il desiderio di tornare alla normalità che anche i sogni possono diventare realtà. Anche se questa volta saranno i sogni delle mie figlie.
Per chi vive da queste parti, il negozio di giocattoli di Tofy Toys, in via Ruffini, è una tappa obbligata: i genitori più severi riescono a fermarsi alla vetrina e li senti passare da “per il tuo compleanno” a “lo chiediamo alla nonna per la pagella, se sarà bella”, fino a “lo scriviamo nella letterina per Babbo Natale”; i più coraggiosi entrano, certi che metteranno mano al portafoglio, ma pronti a tuffarsi in un mondo magico e paradisiaco, tra peluche, bambole, treni elettrici e supereroi, scatole di lego e macchine di ogni tipo.
Tofy è il fortunato bambino del proprietario, un architetto che nel 1962 abbandona tecnigrafo e squadra e decide di aprire un negozio di giocattoli. Apre Tofy Toys. Nel 1973 Vittorio e Stella rilevano il negozio e da allora sono un punto di riferimento per tutto il quartiere. Oggi Stella è un bellissimo cucciolo di labrador dal pelo color cioccolato ed è la figlia Moira a continuare l’avventura.
Un soldatino in divisa, con i pantaloni blu e la giacca rossa e un groppo cappello nero sul capo spicca e si ripete regolare sulla carta bianca. Non c’è bambino nel quartiere che – sotto l’albero di Natale o in occasione di una festa di compleanno – non riconosca questo pacchetto con il fiocco rosso: un grande sorriso di gioia riempie il piccolo viso e una smorfia di tenerezza compare sul volto dei genitori o dei nonni; anche loro conoscono bene quella carta e riconoscono l’emozione, che rimane di decennio in decennio immutata.
Di fronte al negozio c’è la storica Scuola Ruffini. Dal nido alle elementari, all’uscita di questa scuola è d’obbligo una sosta davanti alle vetrine che fanno sognare grandi e piccini: case delle bambole, giochi in scatola e peluche di tutte le taglie, barbie, trenini elettrici, carillon e soldatini. Poco più in là campeggia la basilica di Santa Maria delle Grazie, gioiello dell’arte e dell’architettura del Rinascimento italiano: agli occhi dei bambini spensierati però l’unica cosa degna di nota è lo spiazzo antistante, la piazzetta, che dalle 16 si trasforma in un parco giochi, tra le urla e le lamentele di guide e turisti che entrano ed escono dalla chiesa e dal Cenacolo.
Giacinta Cavagna: Storica dell'arte, dal 2010 cura visite guidate alla scoperta della città di Milano e dei suoi capolavori, attraverso itinerari inconsueti.
Guida curiosa ai luoghi insoliti di Milano è il suo ultimo libro. Potete acquistarlo qui.
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